Ci sono accessori che, sempre più spesso, fanno partedell’equipaggiamento di un battello pneumatico: uno di questi è l’impianto elettrico 230V per ricaricare, quando siete in banchina in un porto attrezzato, le batterie di bordo, «prosciugate» dalle sempre più numerose (e «affamate») utenze presenti a bordo (verricello, frigo, Vhf, impianto stereo, doccia e così via).
Per poter funzionare, il caricabatterie necessita di essere allacciato alla rete elettrica a 230V. Basta munirsi di un cavo elettrico adeguato, applicare a un’estremità una spina e il gioco è fatto, direte voi. Invece no; a quel punto, i problemi, potrebbero essere appena iniziati.
Le colonnine presenti sui pontili, infatti, non sono tutte uguali e, soprattutto, non sempre ce n’è una per ciascun posto barca.
Meglio, quindi, munirsi di un cavo lungo almeno 10 metri ed eventualmente stivare in un gavone una prolunga di pari lunghezza: in questo modo non rimarrete senza corrente, in caso la colonnina non sia nei pressi del vostro gommone.
Il cavo di collegamento dovrebbe essere di tipo siliconico (resiste meglio all’escursione termica) e a doppio strato, ovvero con rivestimento supplementare esterno per evitare tagli accidentali dovuti a sfregamenti o pieghe innaturali.
I pontili sono parecchio insidiosi in questo senso. In genere, le prese poste sulle colonnine sono da 16 A, quindi la spina che andrete ad applicare al vostro cavo sarà, appunto, quella blu da 16 A, meglio se con corona a vite per la tenuta stagna. Non è così impossibile, però, trovarne da 32 A. Per questa ragione è consigliabile avere a bordo un apposito adattatore, che risolverà il problema in men che non si dica.
Se il vostro impianto è molto «artigianale» e la prolunga l’avete recuperata nel ripostiglio di casa, procuratevi un adattatore che trasformi la presa da industriale a civile: non sarà proprio a norma, ma vi permetterà di utilizzare ugualmente il vostro caricabatterie.
Inoltre, visto l’aumento di energia richiesta dalle imbarcazioni medio-grandi, è sempre più frequente trovare sui pontili prese da 380 V a 32 o 64 A, quelle rosse per intenderci.
Queste ultime «rubano» spazio vitale ai vostri attacchi, limitandone il numero sulle colonnine: il rischio è di trovare tutte le prese occupate. In tali casi, niente paura: basterà avere a bordo uno «sdoppino» che vi permetterà di allacciare il vostro cavo ugualmente.
Esiste un’ultima possibilità che potrebbe impedirvi di collegare il caricabatterie alla rete. In un piccolo porto, all’ormeggio presso un circolo di pescatori o semplicemente al pontile di un ristorante, potrebbe non esserci alcune colonnina a disposizione.
La corrente, in quel caso, potrebbe essere prelevata direttamente da una presa civile posta all’interno di un magazzino, di un ufficio o del ristorante stesso: in tale eventualità vi servirà un adattatore che trasformi la presa da civile in industriale.
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