Il primo motivo per cui i lubrificanti per auto a benzina sono inadeguati all’uso sui fuoribordo 4T è che sono studiati per garantire la piena compatibilità con le marmitte catalitiche.
L’esigenza di non influenzare negativamente le reazioni chimiche che vi avvengono (si potrebbe verificare quello che tecnicamente è detto «avvelenamento» del catalizzatore) condiziona fortemente le possibilità di additivazione del lubrificante e, in particolare, non ammette la presenza di additivi a base di zinco (ZDDP).
Questi ultimi svolgono importanti funzioni antiusura e antiossidazione in presenza di condensa e salino e, risultando fondamentali per la durata del fuoribordo, sono invece largamente utilizzati negli oli FC-W (acronimo di Four Cycle Watercooled).
Altra caratteristica dei lubrificanti «terrestri» poco gradita ai fuoribordo è l’eccessiva ampiezza del campo di viscosità ammesso, soprattutto verso le temperature di utilizzo meno elevate.
Il range di variabilità SAE 10W-40, universalmente adottato nei lubrificanti automotive, è troppo ampio per i fuoribordo; a causa degli elevati stress indotti nel funzionamento sotto carico e ad alto regime, alcuni costruttori ritengono opportuno non scendere in nessun caso sotto la gradazione SAE 25.
Ad aggravare ulteriormente la situazione, le minori temperature medie di esercizio dei fuoribordo anche in condizioni di massimo sforzo, che comportano un costante utilizzo del lubrificante proprio nel range cui corrispondono i valori di viscosità più bassi.
Terza e ultima controindicazione è l’assenza nei lubrificanti «terrestri» di specifici additivi che contrastino la formazione di schiume indotta dallo «shakeramento» a cui le imbarcazioni sono inevitabilmente sottoposte.
Il pericolo di pompare emulsione (cioè schiuma) anziché un fluido compatto espone maggiormente il velo lubrificante a rischi di lacerazione, sia per i possibili cali di pressione localizzati sia per la disomogeneità indotta dalla presenza di bolle d’aria.
Anche in questo caso, l’elevata resistenza alla formazione di schiume è una delle caratteristiche testate nelle prove di conformità alle specifiche FC-W.
Se volete saperne di più potete richiedere il PDF dell’articolo completo, pubblicato sul fascicolo n. 340 (luglio 2015).
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