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Conoscere i venti: il temibile Mistral

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Il Mistral o Maestrale è il vento che si origina dall’incursione di un flusso di aria fredda proveniente dall’Oceano Atlantico: per molti naviganti mediterranei rappresenta la causa di lunghe soste nei porti.
Come prevedere il Maestrale? Molto spesso l’analisi delle carte del tempo costituisce il vero punto di partenza, così, carta sinottica alla mano, possiamo provare a identificare alcuni elementi che favoriscono un flusso di questo tipo:
1) presenza di un promontorio anticiclonico a SW della Francia;
2) una situazione depressionaria sul Mediterraneo occidentale, in particolare sulla zona del Mar Ligure e sulle isole maggiori;
3) circolazione di aria calda in corrispondenza della depressione;
4) afflusso di aria fredda sulla zona del Golfo del Leone.
Queste correnti, talvolta molto intense, si incanalano lungo il corridoio del Rodano dove l’orografia influisce pesantemente, producendo allo sbocco della valle (il Golfo del Leone) una zona di venti particolarmente impetuosi in grado di generare condizioni meteomarine assai impegnative. Il Mistral infatti, è considerato uno dei più intensi venti del Mediterraneo potendo raggiungere frequentemente velocità prossime a 40 – 60 nodi.
Volendolo immaginare come un flusso d’acqua, osserviamo che all’interno della valle del Rodano questo si comporta come se fluisse un tubo: maggiore è la pressione al suo interno, maggiore sarà la tendenza del fluido a conservare la forma del tubo anche una volta uscito. In base alla sua velocità anche il vento, quindi, si comporterà in modo differente una volta giunto sul mare. Il gradiente di pressione tra il promontorio anticiclonico e la depressione localizzata più a Est rappresenterà la misura per la stima dell’intensità del Mistral.
Nella maggioranza dei casi, superata la zona del Golfo del Leone, il Mistral tenderà ad aprirsi come un ventaglio: produrrà un flusso da SW sulle cose liguri, provenzali e della Corsica Nord occidentale. Le coste occidentali di Sardegna e Corsica saranno interessate da un vento proveniente dai settori Nord occidentali, infine sulle isole Baleari il flusso tenderà a provenire da NE.
Abbiamo così la dinamica del Mistral: un flusso settentrionale che, accelerato per effetto orografico, interessa vaste aree disponendosi a ventaglio più o meno aperto in funzione della sua velocità. Osservando la situazione del vento e delle onde generati dal Mistral e guardando ad altre zone, è possibile rendersi conto di un importante effetto legato all’orografia del territorio: la depressione di sottovento.
Tra le perturbazioni che con più frequenza interessano il Mediterraneo va senza dubbio citata la depressione del Golfo di Genova, molto spesso associata ai flussi settentrionali, per effetto della presenza dei rilievi che circondano la regione. Il verificarsi di questa situazione altera sensibilmente la dinamica delle correnti da NW producendo l’accelerazione del vento da SW lungo le coste provenzali fino a determinare condizioni di burrasca. Diversa la situazione all’interno del Golfo ligure, che risulterà caratterizzato da una circolazione ciclonica.
A Est della Corsica, tra Bastia e Portovecchio, assistiamo a un nuovo fenomeno di ciclogenesi locale: quando il versante occidentale dell’isola si trova esposto a un flusso molto intenso da W, a causa della presenza delle alte montagne si determina, anche in questo caso, una rotazione antioraria dei venti chiamata comunemente “depressione di sottovento della Corsica”. Sebbene di entità minore rispetto all’analoga del Golfo di Genova, anche lei è in grado di attirare parte del flusso proveniente dalle Bocche di Bonifacio, già accelerato per effetto Venturi.
Ecco quindi che, partendo dalla semplice analisi di una carta, siamo arrivati a descrivere il fenomeno del Mistral tenendo conto anche degli effetti legati all’orografia del territorio circostante. Questo è un procedimento che dovrebbe essere sempre applicato: infatti, è importante ricordare che l’informazione data dalle carte o dai modelli molto spesso non è in grado di valutare correttamente l’influenza dei rilievi o di altri elementi del territorio.

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