La sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, sede del Senato della Repubblica ha accolto l’Assemblea di Ucina – Confindustria Nautica.
Il senatore Raffaele Ranucci ha aperto i lavori con una dichiarazione di particolare valenza: «La politica può essere contenta di avervi qui – ha detto – navigo da cinquant’anni, sono un uomo di mare e ringrazio i miei colleghi della Camera per il grande lavoro che siamo riusciti a fare insieme. Vogliamo che la nautica torni a essere fondamentale per le attività produttive del Paese. Lasciatemi, infine, affermare che dovremmo avere un Ministero del Mare, e non solo per il vostro settore».
L’onorevole Tiziano Arlotti ha puntualizzato i risultati recenti: «Siamo riusciti a centrare obiettivi importanti, la preparazione del testo del Nuovo Codice della Nautica è durata solo dieci mesi, abbiamo reso di applicazione definitiva l’Iva ridotta al 10% per i Marina Resort, il decreto attuativo per il registro telematico procede. Vogliamo che la barca sia un bel modo di andare in vacanza, che non sia criminalizzata».
In platea il senatore Aldo di Biagio e l’onorevole Vincenzo Garofalo.«La nostra base associativa – ha aggiunto il vice presidente Pietro Vassena – è composta dal 29% da cantieri produttori, dal 39% da aziende che si dedicano alla produzione e vendita di accessori, motori, componenti, dal 32% di operatori del turismo.
All’estero quest’ultimo comparto supera spesso il 50% degli associati». Raggiunti accordi con As.Pro.Na.Di associazione che raccoglie i progettisti della nautica da diporto e Italian Yacht Master. E’ stata una giornata di lavori molto intensi, con la prima parte dedicata al Convegno dal titolo «Industria Nautica Filiera, la ripresa, le politiche, le prospettive», cui ha partecipato il mondo politico che ancora una volta ha potuto rendersi conto delle grandi realtà del Made in Italy.
Come ha affermato Barbara Amerio presidente della sezione navi da diporto (una delle sette assemblee di settore): «La nostra nautica è campione del mondo per surplus commerciale: nel 2014 l’Italia ha segnato una preformance doppia della Germania e molto migliore di Francia e Usa (rispettivamente 2°, 3° e 4°). La nautica rappresenta oltre il 4% del surplus complessivo registrato dall’Italia nel 2014, l’export è cresciuto dell’11%, ben più di alimentari e vini (+3,5%), moda (+4,1%), arredo-casa (+3,5%) e meccanica (+3,8%). E’ italiano il più grande sistema di imprese nautiche in Europa, per un valore aggiunto di 10 miliardi di euro, e siamo primi anche per numero di addetti, 181.000».
Oscar Bellandi che rappresenta il Settore Natanti e Imbarcazioni ha affermato: «In Italia ci sono 3.100 unità produttive della cantieristica, le prime province per numero sono Genova, Lucca, Napoli e Roma. Il sistema produttivo della sola cantieristica nautica dà lavoro a 21.000 persone: nell’ordine, le principali Regioni per occupati sono Liguria, Friuli, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Veneto, Campania, Lombardia, Piemonte e Sicilia. Per ogni addetto alla produzione si creano 7,4 posti di lavoro nella filiera».
William Breventani presidente del settore Unità Pneumatiche ha fotografato la situazione del parco barche nazionale: «In Italia ci sono 356.000 natanti (imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 10 metri) non registrati, il 73% dei quali sono a motore. La dimensione media è di 6,5 metri. Per il 60% del tempo sono usati con la famiglia, con una media 3,5 persone per 39 giornate l’anno. La categoria più numerosa fra i diportisti è quella dei dipendenti (30%), seguiti da liberi professionisti, imprenditori, pensionati, studenti».
Alberto Osculati, Presidente del Settore Accessori ha evidenziato la misura di un comparto che “fa la barca”: accessori e impianti che parlano di Made in Italy anche all’estero, dove sono utilizzati dai grandi cantieri. La Subfornitura dà lavoro a 94.671 persone, il 52% dell’intero sistema produttivo nautico e in termini di valore aggiunto questo segmento attiva 6,7 miliardi di euro. La più alta concentrazione di addetti è in Lombardia, che da sola assorbe il 20,5% del valore aggiunto creato dall’intera filiera nautica. In termini di incidenza del valore aggiunto nautico sul totale regionale, predominano invece Liguria e il Friuli Venezia Giulia».
Maurizio Selva ha descritto come, usando termini numerici e non parole, la nautica non sia mai in contrasto con i valori ambientali. «Nei Paesi dove è alta l’attenzione all’ambiente – ha detto – la nautica è molto diffusa: In Norvegia si contano 864.000 unità, 170 per 1.000 abitanti, in Finlandia 807.000 unità 146 per 1.000 abitanti, in Svezia 881.000 unità 90 per 1.000 abitanti, in Olanda 508.000 unità 30 per 1.000 abitanti. Fra i grandi Stati dell’Unione Europea, pur essendo immersa nel Mediterraneo, l’Italia non primeggia per diportismo: Gran Bretagna 551.500 unità, 8,5 per 1.000 abitanti, Francia 514.000 unità 8 per 1.000 abitanti, Italia 465.500 unità 7,5 per 1.000 abitanti, Germania 506.000 unità 6,2 per 1.000 abitanti».